Campofelice di Roccella - Guida Turistica

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Il Castello
 Fortezza invece, ha origini più antiche, ed è probabile che nel corso della conquista araba sia stato distrutto dalla furia dei nuovi conquistatori e che venne poi ricostruito dal Signore di Gratteri.
 Le vicende successive del Castrum Roccelle si ritrovano nei Diplomi latini del Medioevo, si parla di villani, cioè di uomini legati alla terra, servi della gleba, e non di borghesi, cioè di uomini liberi. Alla data del 1135 quindi non si può pensare che Roccella al mare avesse un insediamento autonomo e libero rispetto al feudo.
 Tuttavia, intorno al Castello - Fortezza dovette, aggregarsi un nucleo sempre più consistente di persone in vario modo legate alle attività economiche ruotanti intorno alla Roccella al mare. Fra il 1574 ed il 1576, relativamente alla attività dei Tappeti , nel feudo di Roccella si svolgeva una non indifferente, attività lavorativa, così da richiamare di un rilevante numero di uomini, villani, ma anche borghesi dalle zone vicine. Non esisteva però nessun Casale.
 La prima volta che Roccella compare come Casale baronale è nel censimento del 1714. Fondamentale è la lettura della “Licentia Populandi”, concessa dal Re di Spagna Carlo II al Principe Don Gaspare La Grutta : vi si legge che i Comuni già esistenti da tempo, come Collesano, Termini e Cefalù, si opposero presso il tribunale della Regia Magna Curia perchè non si concedesse al La Grutta la licenza di fabbricare la nuova terra poichè essa poteva essere loro di pregiudizio. Il ricorso non fu però accolto ed il Principe fu autorizzato a fondare il Casale.
 Il Casale di Roccella fu fondato da Don Gaspare La Grutta Guccio il 18 dicembre 1699 allorché chiese ed ottenne dal Re Carlo II la facoltà di fabbricare nel feudo della Roccella, dandogli lo stesso nome, dietro pagamento di Onze duecento a favore della Regia Corte.
 Egli aveva acquistato il 28 marzo 1699 il Feudo ed il Castello della Roccella ricevendoli da una terziaria dell’ordine di San Francesco D’Assisi che ne era stata la proprietaria.
 Ottenuta la “Licentia Populandi”, Don Gaspare fece costruire nel 1700, cento case, quattordici botteghe, la chiesa e una fonte che costituirono il nucleo primitivo del nuovo comune, ma oppresso dai debiti per la costruzione delle case e delle terre, fu costretto a vendere il Feudo Roccella. Messa in vendita la Baronia passò nelle mani dei Marziani che per un secolo furono i nuovi feudatari.
 Nel frattempo, nel 1812, il Parlamento Siciliano emanò la Costituzione con cui abolì tutti i privilegi feudali vietando lettere di arresto e condanne arbitrarie da parte dei Signori nei confronti dei vassalli, e dispose più severi controlli contro la pretesa dei Baroni di esercitare la giurisdizione. Quando nel 1813 il Parlamento Siciliano approvò quella parte della Costituzione riguardante le Amministrazioni Comunali e la legge del 1817, tutti i comuni della Sicilia ed il Casale di Roccella potettero per libere elezioni, dotarsi di Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale.